Pantelleria2050: con­ti­nua il decli­no del­la viti­col­tu­ra pantesca

Lo spec­chio del­la situa­zio­ne attua­le del set­to­re viti­vi­ni­co­lo pan­te­sco è l’as­sem­blea del Con­sor­zio Doc che si è tenu­ta saba­to scor­so al Kohou­tek. Pre­sen­ti poco più di una die­ci­na di soci, ma una marea di dele­ghe in mano ai soli­ti che con­trol­la­no e coman­da­no indi­stur­ba­ti il settore.

Rias­su­mia­mo un po’ cosa è suc­ces­so nel cor­so degli anni.

Nel 2011 nasce la DOC Sici­lia che cer­ca di inse­ri­re lo zibib­bo sici­lia­no nel disci­pli­na­re, azio­ne stop­pa­ta da un poli­ti­co siciliano.

Nel 2015 la DOC Sici­lia rie­sce ad inse­ri­re lo zibib­bo nel suo disci­pli­na­re nel silen­zio del con­sor­zio doc Pan­tel­le­ria e del­l’Am­mi­ni­stra­zio­ne Comu­na­le Gabriele.

Nel 2017 la DOC Sici­lia appro­va una varia­zio­ne al disci­pli­na­re che pre­ve­de la pos­si­bi­li­tà per lo zibib­bo sici­lia­no di anda­re in blend ed addi­rit­tu­ra di dare il nome zibib­bo al pro­dot­to anche se pre­sen­te in mini­ma par­te nel­la bot­ti­glia nel silen­zio del Con­sor­zio DOC Pan­tel­le­ria e del­l’Am­mi­ni­stra­zio­ne Comu­na­le Gabriele.

Nel 2019 arri­va la noti­zia uffi­cia­le del­l’ap­pro­va­zio­ne del Mini­ste­ro del­le varia­zio­ni del disci­pli­na­re del­la DOC Sici­lia e l’Am­mi­ni­stra­zio­ne Comu­na­le Cam­po, inse­dia­ta da poco, ini­zia ad oppor­si anche in con­si­de­ra­zio­ne del­la varia­zio­ne al disci­pli­na­re del­la DOC Pan­tel­le­ria, pro­mos­sa dal CDA del con­sor­zio, per inse­ri­re Sici­lia nel­le eti­chet­te del vino pan­te­sco. A que­sta oppo­si­zio­ne si uni­sce tut­to il ter­ri­to­rio, tut­te le for­ze poli­ti­che fino a giun­ge­re ad una riso­lu­zio­ne del Con­si­glio Comu­na­le, vota­ta all’unanimità.

Inol­tre, 7 produttori/​cantine pan­te­sche pro­muo­vo­no un ricor­so straor­di­na­rio al Pre­si­den­te del­la Repub­bli­ca con­tro la varia­zio­ne al disci­pli­na­re del­la DOC Sici­lia che per­met­te il blend del­lo zibib­bo siciliano.

Nel frat­tem­po, l’Am­mi­ni­stra­zio­ne Comu­na­le Cam­po por­ta avan­ti un’a­zio­ne a livel­lo regio­na­le e nazio­na­le per rico­no­sce­re lo zibib­bo come nome da iden­ti­fi­ca­re solo con Pan­tel­le­ria anche in vir­tù di un rico­no­sci­men­to Une­sco sul­la pra­ti­ca agri­co­la che inte­res­sa lo zibib­bo e che dovreb­be atti­va­re una pro­te­zio­ne tota­le pro­prio su quel viti­gno che rap­pre­sen­ta seco­li di sto­ria del­l’i­so­la. L’e­ven­to deno­mi­na­to “Zibib­bo è Pan­tel­le­ria” del mag­gio del 2023 san­ci­sce que­sta neces­si­tà e que­sto orgoglio.

Il Mini­ste­ro del­l’A­gri­col­tu­ra, da par suo, sta­va con­ti­nuan­do a lavo­ra­re per por­ta­re sul­l’i­so­la i con­trat­ti di filie­ra per rico­no­sce­re fon­di a favo­re di pro­dut­to­ri e can­ti­ne che chiu­do­no l’in­te­ra filie­ra a Pan­tel­le­ria e pre­ve­de­re la pos­si­bi­li­tà di inse­ri­re il nome zibib­bo solo sul­le eti­chet­te pan­te­sche, un pri­mo pas­so per radi­ca­re il nome zibib­bo sul­la per­la nera.

Ai gior­ni nostri, l’Am­mi­ni­stra­zio­ne Comu­na­le D’An­co­na, pro­pag­gi­ne e pro­se­cu­zio­ne del­le vec­chie Ammi­ni­stra­zio­ni Gabrie­le, vede come asses­so­re all’a­gri­col­tu­ra un com­ple­to incom­pe­ten­te del set­to­re che, addi­rit­tu­ra, si pale­se­reb­be vici­no alle idee degli indu­stria­li del vino che man­ten­go­no il con­trol­lo asso­lu­to sul con­sor­zio DOC Pan­tel­le­ria, but­tan­do al mace­ro quel­la bat­ta­glia ini­zia­ta nel 2019 e che vede­va tut­to il ter­ri­to­rio uni­to con­tro le varia­zio­ni al disci­pli­na­re del­la DOC Pantelleria.

Il risul­ta­to è che non si sen­te più par­la­re di con­trat­ti di filie­ra e di con­sen­ti­re solo a Pan­tel­le­ria la pos­si­bi­li­tà di inse­ri­re zibib­bo in eti­chet­ta, dal­l’al­tra par­te, inve­ce, si age­vo­la­no le richie­ste degli indu­stria­li del vino.

La DOCG, che è sicu­ra­men­te un buon ini­zio per cer­ti­fi­ca­re e aumen­ta­re la tute­la del nostro pro­dot­to eli­mi­nan­do per sem­pre quel­la dero­ga all’im­bot­ti­glia­men­to di cui usu­frui­sco­no i soli­ti noti, è un modo per pren­de­re in giro il viti­col­to­re pan­te­sco per­ché l’u­ni­co legit­ti­ma­to a richie­der­la è pro­prio il con­sor­zio DOC Pan­tel­le­ria che però è in mano ed in tota­le con­trol­lo degli indu­stria­li del vino che imbot­ti­glia­no fuo­ri dal­l’i­so­la e che non voglio­no que­sto pas­sag­gio. L’in­tro­du­zio­ne del­la fascet­ta DOC ave­va pro­prio il fine di stop­pa­re il per­cor­so DOCG con la scu­sa pri­ma­ria che già la fascet­ta vie­ne appo­sta sul­le bot­ti­glie anche se non è DOCG.

Solu­zio­ni: le dimis­sio­ni imme­dia­te del­l’as­ses­so­re all’a­gri­col­tu­ra e la con­ti­nua­zio­ne di quel­la bat­ta­glia che nel 2019 ci vede­va tut­ti uni­ti. Cam­bia­re il siste­ma di voto nel con­sor­zio, limi­ta­re le dele­ghe e aumen­ta­re il peso del voto dei pro­dut­to­ri di zibib­bo (attual­men­te più di 300 in via di estin­zio­ne), met­te­re il CDA e la pre­si­den­za del Con­sor­zio nel­le mani dei tan­ti pro­dut­to­ri e tito­la­ri di can­ti­ne pan­te­sche che devo­no eser­ci­ta­re quel­la giu­sta tute­la e valo­riz­za­zio­ne del pro­dot­to e pro­muo­ve­re il pas­sag­gio alla DOCG.

Pantelleria2050

Pan­tel­le­ria, 28 novem­bre 2023

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